Ci sono storie che più le racconti e più ti innamori. Storie che narrano la vita, la sua imprevedibilità, la sua ineluttabilità, il suo riflettere che in un attimo tutto può cambiare, rivoluzionare il tuo tranquillo quotidiano come fosse un lampo che squarcia il cielo all’improvviso, arriva il temporale e poi aspetti quella quiete dopo la tempesta di leopardiana memoria. La storia più volte narrata di Marco Salmeri è tutto questo. La tragedia di perdere un figlio a soli vent’anni in un incidente automobilistico. Una vita spezzata, sogni cancellati.E’ l’aggrapparsi stretto ai ricordi, alle immagini dei video, alle fotografie che ritraggono la gioia di vivere, di programmare il proprio futuro assieme all’orgoglio dei propri genitori che ti hanno dato la vita, cresciuto, amato. E poi? Il nulla, il buio, mentre sparisce ogni cosa che avevi pensato, vissuto, sognato. Sono passati nove anni da quel tragico 27 Aprile, ma anno dopo anno papà Nino e mamma Grazia ricordano quel momento attraverso la Santa Messa nella Chiesa di San Papino a Milazzo, per poi spostarsi allo stadio che proprio nove anni fa prese il nome del loro figlio Marco Salmeri. Così come sarà anche quest’anno e per tanti anni ancora finché – come dice papà Nino – “Fino alla fine. Fino all’ultimo giorno della mia vita ricorderemo Marco non solo il 27 Aprile di tutti gli anni, ma anche attraverso il triangolare di calcio estivo a lui dedicato, cui seguirà – Una serata per Marco – tra musica, teatro e tanta spensieratezza in suo ricordo. Sì, perché proprio così era Marco, il quale attraverso la sua giovane età esprimeva la passione per il calcio e per la musica”. Ricordi che si intersecano tra lacrime e voglia di pensare Marco ancora giovane, spensierato e amante della vita. E’ la storia di un vissuto che non tramonta mai. E’ la memoria di ciò che deve continuare.
Salvino Cavallaro